Secondo i numeri forniti da “Vita“, l’impresa sociale, il no profit, rappresenta per il nostro paese una risposta reale alla crisi occupazionale. Impiega, infatti, oltre 750 mila dipendenti e coinvolge più di 85 mila aziende. Anche a causa dei tagli riservati in questi ultimi anni al welfare e la conseguente esigenza di servizi, l’impresa sociale è una risorsa interessante. Si stima che circa il 20% delle startup siano attive nella sanità e nell’assistenza, nella cultura e nell’istruzione, nella ricerca e nello sviluppo. Le imprese non profit risultano, infatti, tra le più innovative.
Il 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni no profit dell’Istat ha rilevato 301.191 istituzioni no profit. In dieci anni le istituzioni del comparto non profit sono cresciute del 28%, confermando il trend particolarmente vivace.
Sono numeri importanti e non solo perché a breve, il 3 dicembre, verrà celebrata la Giornata internazionale delle persone con disabilità alle quali, l’impresa sociale, è particolarmente attenta. Si tratta infatti di un ricettacolo di opportunità che, nonostante la crescita esponenziale registrata negli ultimi anni, non ha goduto delle dovute considerazioni da parte delle istituzioni. Spiegava alcuni giorni fa Alberto Crepaldi sulle pagine del Fatto Quotidiano che “dal 2007 al 2011 il valore della produzione nelle 8.255 cooperative sociali di cui sono disponibili i dati per l’intero periodo (2001-2011, ndr) è cresciuto del 33%”. Cioè in controtendenza rispetto allo standard registrato nel più tradizionale tessuto produttivo, incrementando là dove possibile l’offerta di servizi a costi sostenibili in linea con quanto previsto dal decreto 155/06 (l’organizzazione che esercita un’impresa sociale destina gli utili e gli avanzi di gestione allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio) nei diversi ambiti in cui generalmente opera: dall’assistenza sociale e sanitaria alla formazione universitaria e post-universitaria, passando per il turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale. Tutto ciò, aspetto non trascurabile di questi tempi, incentivando nuova occupazione e nuove opportunità di lavoro.