In Europa vive ancora l’antisemitismo
L’Agenzia europea per i diritti fondamentali ha da poco presentato i risultati dell’ultima ricerca sulla diffusione dell’antisemitismo nell’Unione europea, in occasione del triste anniversario della “Notte dei cristalli”.
Sono passati tanti anni da quel terribile 9 novembre 1938 che con pogrom e attacchi a migliaia di negozi, abitazioni e sinagoghe, fu prodromo della fase più violenta della persecuzione nazista contro gli ebrei. Ancora oggi l’antisemitismo è ancora un fenomeno radicato nel continente europeo.
Dati sconcertanti
La ricerca-analisi si fonda sulla percezione del fenomeno emersa dalle interviste a circa 6000 ebrei negli otto paesi in cui risiede il 90 per cento degli ebrei europei: Belgio, Germania, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Svezia e Regno Unito. Per il 66 per cento di loro l’antisemitismo è un problema grave nel paese in cui vivono, e per tre persone su quattro la situazione è peggiorata negli ultimi cinque anni. Dati sconcertanti ed inaccettabili.
Antisemitismo problema sociale e politico per l’UE
Per fornire un’idea di quanto la questione stia emergendo in tutta la sua portata, l’antisemitismo è percepito per importanza come il quarto problema sociale e politico dell’Unione Europea, dietro la disoccupazione, la crisi economica e il razzismo preso in ogni sua forma.
Uno dei dati che più preoccupa e sconcerta le comunità ebraiche e gli autori della ricerca è senza dubbio il dilagare dell’antisemitismo nelle discussioni on-line, se la media europea di quanti sottolineano tale problematica è del 75 per cento, in Italia il dato sale all’87 per cento.
Xenofobia sempre presente
In Paesi come il Belgio, la Francia, l’Ungheria tre persone su quattro tra quanti hanno risposto al sondaggio hanno ammesso di essere stati vittime di ostilità antisemita per strada o in luoghi pubblici.
A livello europeo il 21 per cento ha subito insulti e minacce perché ebreo e negli ultimi 12 mesi mentre il 2 per cento è stato vittima di attacchi fisici.
Ma la percezione cambia da Stato a Stato. In Gran Bretagna il 9 per cento dice di aver sentito persone dare agli ebrei la responsabilità della crisi economica, in Ungheria, dove è più forte l’antisemitismo a livello politico, si sale al 59 per cento. O ancora, in Lettonia meno del 10 per cento degli ebrei fa un collegamento tra la propria sicurezza personale e le reazioni al conflitto arabo-israeliano, in Francia si supera il 70 per cento.
Tuttavia l’ombra dell’antisemitismo potrebbe essere anche più estesa. Una vittima su quattro di attacchi di qualunque tipo ha scelto di non denunciare l’accaduto né alla polizia né alle associazioni.
Siamo nel 2013…quando finirà questo strazio sociale?