/Le PMI italiane non riconoscono l’importanza della conoscenza di altre lingue. La conoscenza dell’inglese in Italia è la peggiore dell’Unione Europea

Le PMI italiane non riconoscono l’importanza della conoscenza di altre lingue. La conoscenza dell’inglese in Italia è la peggiore dell’Unione Europea

Nei giorni scorsi a Torino si è tenuto un seminario dedicato al multilinguismo nel nostro paese “Politiche linguistiche per lo sviluppo” promosso dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e dall’associazione di insegnanti di lingue straniere Lend (Lingua e nuova didattica).

Il punto cruciale del seminario è stata la discussione in merito ai risultati della recente indagine “Language Rich Europe” condotta in tutti i paesi dell’Unione Europea e in Italia dall’Università per stranieri di Siena e da Lend. I risultati della ricerca sono più che scoraggianti, infatti in Italia risulta esserci una scarsa competenza generale nelle lingue, uno scarso utilizzo delle lingue straniere nei servizi pubblici e una sottovalutazione dell’importanza della conoscenza di altri idiomi (come l’inglese), nelle PMI del paese.

 

Monica Barni, rettrice dell’Università per stranieri di Siena ha commentato il monolinguismo ricercato dalla politica educativa seguita all’unificazione d’Italia dicendo «In anni più recenti, la responsabilità è dell’inadeguatezza delle risorse, dell’organizzazione, della formazione per i docenti, della mancanza di collegamenti sistemici con il mondo delle imprese». Inoltre Silvia Minardi, presidente nazionale di Lend, ha criticato il piano del ministro Gelmini per la formazione degli insegnanti di inglese nella primaria dicendo «E’ costato un milione di euro: il paino di formazione più costoso mai fatto qui in 150 anni. Purtroppo sta producendo risultati poco soddisfacenti».

Luisa Salvati, dell’Università per stranieri di Siena, riguardo alle ripercussioni economiche create dalla poca conoscenza di lingue straniere ha detto «Il 10% dei contratti va perso se non si conoscono la lingua e la cultura dei partner commerciali. Con Cina, India, Giappone, paesi arabi i primi contatti sono in inglese, poi tutti preferiscono usare la propria lingua.»

L’Italia però è un paese che oltre a non credere nella conoscenza di altre lingue risulta essere anche all’ultimo posto nella graduatoria della conoscenza della propria lingua. Infatti è emerso che il 40% dei cittLa conoscenza dell’inglese in Italia è la peggiore dell’Unione Europea