L’innovazione sociale cosa è e come può essere definita: “insieme di processi, metodologie e strumenti che danno corpo alla capacità di rispondere ai fabbisogni delle persone e della collettività mediante innovative forme e strategie di collaborazione e supporto, nuovi schemi di azione sussidiaria, soprattutto nuovi metodi di pensare”.
L’innovazione sociale è un orientamento di matrice collettiva che può essere agevolato da regole e principi e che trova la sua fondatezza nella capacità imprenditoriale e laboriosità delle persone, in particolare di quelle che fanno parte di realtà “non profit” e del Terzo Settore in generale.
L’importanza dell’innovazione sociale nasce da una crisi che appare irrefrenabile. Il modello sociale “a tre facce” dove le imprese producono ricchezza e benessere, lo Stato si occupa delle questioni sociali e di welfare attraverso i suoi servizi socio-sanitari ed educativi, le organizzazioni politiche, partiti ed i sindacati che evidenziano i temi e gli spazi “sociali” dove poter intervenire, inizia a perdere i colpi.
L’assunto ormai certo che i problemi sociali diventino sempre più gravosi e che la stessa concezione di bisogno venga spesso male interpretata, gli sprechi e le inefficienze, dimostrano chiaramente la crisi di questo modello al quale tuttavia non si sono ancora trovate valide alternative.
I segni di soluzioni possibili, di concrete innovazioni sociali, si colgono invece guardando il complesso mondo dei bisogni espressi dal basso (bottom-up strategy): non è infrequente trovare nel nostro paese, soluzioni originali/innovative capaci di avere successo fuori dallo schema (troppo riduttivo) “stato o mercato”.
L’innovazione sociale è quindi la capacità di combinare/assemblare in maniera innovativa elementi già esistenti: sempre più spesso l’innovazione emerge dalle reti (o network informali) ancor più che dalle organizzazioni; emerge dai sistemi locali dove si produce know-how, dalle reti/network immateriali che trovano la migliore rappresentazione e presenza su internet/social.
L’innovazione è un effetto prominente di un indirizzo collettivo della società anziché il frutto di un singolo individuo o di uno sparuto gruppo di innovatori.
L’innovazione è quindi guidata da imprenditori sociali, persone in grado di vedere (o prevedere), il bisogno e collegare le risorse e le opportunità in modo innovativo.
Tutto questo esprime un rinnovato tipo di welfare che combina soluzioni provenienti da culture differenti, elementi del passato ed elementi innovativi, presentando caratteristiche molto lontane da quelle delle economie fondate sulla produzione e sul consumo di beni e servizi ai quali siamo ancora abituati, una vera e propria economia dell’innovazione sociale
I 7 fondamenti dell’economia dell’innovazione sociale:
– la centratura sui fabbisogni emergenti a livello di persone, relazioni, organizzazioni, comunità, società, reti e sistemi, piuttosto che l’esclusiva attenzione ad un mercato finalizzato al profitto;
– il forte uso di network ramificati per sostenere e gestire le relazioni, aiutati da ogni forma possibile di comunicazione (web, social e non solo);
– la presenza di elementi tipici dell’economia non formale, dell’uso gratuito (almeno per alcuni fruitori) e dell’economia del dono;
– la ridefinizione dei confini tra produzione e consumismo che diventano sfocati e fanno emergere il protagonismo dei produttori e non solo consumatori;
– l’enfasi che viene data alla collaborazione, alla partecipazione attiva, alla cura e alla manutenzione piuttosto che al consumo irresponsabile usa e getta;
– un forte ruolo dei valori e degli obiettivi associati alla responsabilità per le azioni a livello di singolo ed organizzazione;
– l’orientamento sistematico alla valutazione degli effetti sociali piuttosto che delle sole performance economiche e finanziarie.