/I fabbisogni professionali e formativi del Non Profit in Italia 2015

I fabbisogni professionali e formativi del Non Profit in Italia 2015

Una indagine dell’Isfol ci rivela i fabbisogni professionali e le competenze per il futuro del non profit in Italia: tecnici, amministrativi e figure ad elevata specializzazione

Educatori professionali, operatori sociosanitari, figure tecniche delle mediazione sociale ed interculturale, psicologi e assistenti sociali.

Sono queste le figure professionali che servono alle imprese non profit. A rivelarlo è l’indagine “Audit sui fabbisogni professionali delle imprese non profit” condotta dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su un campione nazionale di circa 3.000 imprese sociali con almeno un dipendente (con contratto a tempo indeterminato, a termine, di apprendistato).

​Il 41% delle imprese sociali in Italia con almeno un dipendente ha dichiarato di avere nell’ambito dell’organizzazione almeno una figura professionale per cui si registra un fabbisogno da soddisfare nell’arco dei prossimi mesi con specifiche attività di aggiornamento per stare al passo con la domanda sociale proveniente dalla popolazione, con riferimento a varie tipologie di servizi e prestazioni (servizi di assistenza sociale, attività ricreative e di socializzazione, attività sportive, attività culturali e artistiche, servizi sanitari, istruzione) rivolte a singoli, gruppi e comunità.
Le professioni presenti nelle imprese non profit per cui si registrano le esigenze più forti di aggiornamento, da colmare nel corso dei prossimi mesi con specifiche attività formative, sono quelle dei grandi gruppi delle professioni esecutive nel lavoro di ufficio (33,1%), delle professioni tecniche (24,5%), delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (20,9%) e di quelle qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (12%).

Per quanto riguarda le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione il fabbisogno si concentra soprattutto in Lombardia (25,3%), Veneto (12,4%), Puglia (7,6%) e Sicilia (7,4%). Le esigenze di aggiornamento relative alle professioni esecutive nel lavoro di ufficio si registrano in prevalenza in Lombardia (14,9%), Lazio (12%), Toscana (9,7%) e Veneto (9,1%). Il discorso è in parte diverso per quel che concerne le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi: Lombardia (23,7%), Piemonte (10,3%), Toscana (7,9%) e Veneto (7,6%). Infine il grande gruppo delle professioni tecniche, che presenta nel complesso un fabbisogno consistente in diverse regioni, tra cui Lombardia (19,3%), Piemonte (10,3%), Toscana (7,4%), Veneto e Sardegna (7% in entrambi i territori).

I fabbisogni di conoscenze e competenze naturalmente mutano in base alle professioni citate dai responsabili delle imprese non profit. Per quanto riguarda le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, tipicamente deputate nell’ambito dell’impresa sociale alla progettazione di interventi, al loro monitoraggio e valutazione, il fabbisogno di aggiornamento si concentra soprattutto sul versante delle conoscenze afferenti alle scienze sociali e psicosociali. Per il grande gruppo delle professioni tecniche – a cui sono riconducibili tutte le figure che animano i servizi e gli interventi sociali territoriali – si segnala invece la necessità di aggiornare le competenze relative a risolvere problemi complessi, orientamento al servizio, valutare e prendere decisioni.

L’indagine effettuata dall’Isfol contribuisce ad alimentare il portale professionioccupazione.isfol.it, che descrive tutte le professioni esistenti in Italia (800 schede di Unità Professionali), con un’attenzione particolare all’analisi dei fabbisogni delle imprese, ai contenuti professionali, alle previsioni di occupazione a medio termine a livello nazionale e regionale, alle previsioni sugli andamenti dell’economia e dell’occupazione settoriale nei prossimi anni.