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Chi te lo fa fare? Riflessioni di un formatore

Appunti sparsi di viaggio e riflessioni di un formatore

Quando si affronta il ruolo di docente o formatore, in ogni contesto, prima o poi sorge la domanda: perché lo fai? Ad essere sinceri, anche di fronte a gruppi difficili, la mia voce interiore se lo chiede.

Ma poi mi fermo, ci rifletto e le risposte iniziano a emergere in modo naturale…

Lo faccio perché la mia curiosità mi spinge a imparare e scoprire qualcosa di nuovo ogni giorno; per formare gli altri è essenziale essere disposti a non fermarsi mai, a rimanere al passo con le nuove scoperte del proprio settore e con le innovazioni delle metodologie formative. Con la mia esperienza in aula e in formazione online, ho familiarizzato con diverse piattaforme e ho cercato modalità e strumenti per mantenere attiva l’aula anche a distanza.

Lo faccio perché amo conoscere nuove persone e spero che il mio intervento, positivo o negativo, lasci una traccia, un ricordo. Fare formazione non è solo “dare forma”, è costruire relazioni con le persone in aula, condividere esperienze, confrontarsi e uscirne diversi da come si è entrati.

Lo faccio per rilassarmi… può sembrare strano, ma vivo il tempo in aula come un modo per concentrarmi sul “qui e ora”, dimenticando mail, telefonate, scadenze e problemi personali, in rispetto alle persone che ho di fronte.

Lo faccio anche per avere la possibilità di visitare città e ambienti nuovi. Con la formazione in presenza, si hanno opportunità di conoscere diverse realtà aziendali, dalla piccola azienda alla multinazionale, dalla tradizionale all’innovativa. Durante questi viaggi, può capitare l’occasione di unire l’utile al dilettevole e, se il tempo lo consente, aggiungere alla lezione una visita in una nuova città.

Formare è un viaggio

Fare formazione non è solo studiare, preparare il materiale e i supporti da utilizzare in aula, immaginare come coinvolgere il pubblico, essere aperti al confronto e alla critica… è anche viaggiare.

Con la formazione in presenza, può capitare di viaggiare fisicamente e soggiornare per qualche giorno in luoghi nuovi. Prepararsi per una lezione in trasferta significa pianificare il viaggio: come muoversi, quali vincoli temporali e spaziali considerare, quali possono essere gli imprevisti e come affrontarli…

Durante il viaggio, guardando fuori dal finestrino, si osserva il paesaggio, i luoghi di provenienza delle persone che si incontreranno in aula; passare dalla pianura alla montagna, da piccoli paesi a grandi città, mi porta a riflettere su quali punti di vista potrò confrontare in aula.

Quando c’è la possibilità di soggiornare fuori, il viaggio diventa un’opportunità per conoscere nuovi paesi e città; scoprire nuovi luoghi, rilassarsi osservando il panorama e, perché no, assaporare la cucina tradizionale e conoscere anche un pò se stessi…