Strategie di ricerca di un lavoro e principali azioni effettuate da chi cerca un impiego
Per meglio comprendere le strategie di ricerca di un lavoro è interessante analizzare le principali azioni effettuate dai disoccupati nell’ultimo mese e le modalità di utilizzo dei servizi per l’impiego da parte dei cittadini.
Il territorio
Tutto questo, privilegiando sempre una chiave di lettura territoriale, poiché il risultato del percorso di ricerca è fortemente condizionato anche dal territorio di appartenenza.
Nell’ultimo decennio l’andamento delle principali azioni di ricerca compiute dai disoccupati mostra dei cambiamenti nella sua composizione (Figura 1.14).
I canali per la ricerca del lavoro
Il canale informale, richieste a parenti, amici e conoscenti, si conferma come la principale strategia di ricerca di un lavoro, con percentuali medie di utilizzo, negli ultimi 10 anni, superiori all’80%. Verosimilmente, la stessa crisi del mercato del lavoro ha incrementato l’utilizzo di questo canale, facendo registrare, nel periodo osservato, un aumento di oltre 7 punti percentuali.
La consultazione di annunci su giornali e riviste è stata, invece, scalzata dalla diffusione dell’utilizzo di internet. Infatti, il suo utilizzo è cresciuto di ben oltre 20 punti percentuali, attestandosi, nell’ultimo anno, al 60%.
I Centri per l’impiego
Durante la crisi l’azione di ricerca di lavoro tramite i Centri per l’impiego è aumentata fino a raggiungere il suo maggiore utilizzo nel 2012 (31%), per poi tornare a scendere negli ultimi anni al di sotto dei valori osservati nel 2007.
Nel 2017, la ricerca di un lavoro continua ad essere affidata prevalentemente a canali di tipo informale (87% dei disoccupati), in leggero calo rispetto all’anno precedente (Figura 1.15).
Ricerca del lavoro e lettura territoriale
Il ricorso si osserva leggermente superiore nelle Regioni del Mezzogiorno (88,4%) e minore nel Centro (85%), ma le distanze sono comunque molto piccole tra le diverse aree geografiche.
Frequenti sono anche l’invio di un curriculum vitae (70%), il ricorso a internet (59,8%) e la lettura di annunci su giornali (33,1%). In questi casi le distanze tra macro aree sono molto ampie, superiore a 10 punti percentuali nel Nord rispetto al Sud.
COSTO-OPPORTUNITA’
L’elemento che accomuna questi canali di ricerca è l’ottimo rapporto costo-opportunità, ovvero si tratta di azioni facili e rapide che richiedono un impegno minore rispetto a doversi recare presso un Cpi o a partecipare ad un concorso, ma che sono anche fortemente condizionate dalla dinamicità del mercato del lavoro, ovvero dalla presenza o meno di opportunità lavorative, e questo può spiegare le distanze tra macro aree.
LAVORO e CPI
La ricerca di lavoro intermediata da un Cpi ha interessato, nel 2017, poco meno di un disoccupato su quattro (24,2%)12 e anche in questo caso si osservano importanti differenze territoriali.
I contatti con un Cpi nelle quattro settimane precedenti l’intervista (fatta dall’Istat per la Rilevazione sulle Forze di Lavoro) sono più frequenti al Nord, pari al 30,3% dei disoccupati, mentre al Sud scendono al 19,2%13.
LE AGENZIE DI INTERMEDIAZIONE
Le distanze territoriali superano i 20 punti percentuali se si osserva il ricorso alle Agenzie di intermediazione diverse dai Cpi, canale di ricerca il cui utilizzo interessa poco meno del 30% dei disoccupati al Nord, mentre scende al 7,9% nel Mezzogiorno, confermando ancora di più il forte nesso tra strategie di ricerca e possibilità offerte dal contesto lavorativo territoriale.
A questo aspetto, nel caso delle Agenzie d’intermediazione private, si somma anche la loro scarsa presenza e capillarità territoriale nel Mezzogiorno, rendendo ancora più difficile il ricorso a questo canale nelle Regioni del Sud e delle Isole.
La partecipazione o la domanda per accedere ad un concorso rappresenta un canale di ricerca per il 7,9% dei disoccupati del Mezzogiorno, per il 6% di quelli nel Centro Italia, mentre vi ricorre solo una quota residuale delle persone in cerca di lavoro del Nord, ma il suo utilizzo si presenta finalmente in ripresa dopo diversi anni di stallo, soprattutto nel Mezzogiorno.