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Conoscere la multipotenzialità: tre approcci

Nel precedente articolo abbiamo conosciuto i multipotenziali attraverso le loro caratteristiche principali come la curiosità, la creatività e l’adattabilità. In questo vogliamo approfondire un altro aspetto molto importante, quasi sempre trascurato: gli approcci allo studio della multipotenzialità.

Chi si occupa di multipotenzialità ha una formazione – fatta di cultura, competenze, linguaggi – che influisce sul modo di trattare l’argomento. Ci sono quindi diversi metodi di studio e conoscerli è importante per rispondere al meglio alla domanda: cosa è la multipotenzialità?

Abbiamo individuato tre approcci principali. Vediamoli insieme.

Psicologico

Come ho introdotto nel mio Blog “multipotenzialità” non è una parola coniata in lingua italiana ma tradotta dall’inglese multipotentiality. Nel mondo anglosassone si inizia a parlarne soprattutto dagli anni Novanta in ambito psicologico e di psicologia dell’educazione.

Barbara Kerr (psicologa dell’educazione e docente di psicologia del counseling) e Tamara Fisher (impegnata nell’educazione di bambini dotati, gifted children), grazie al dialogo diretto con gli studenti, hanno potuto comprenderne appieno gli stati d’animo e le problematiche legate al processo di pianificazione e sviluppo delle carriere in età scolastica, rivolgendo particolare attenzione ai ragazzi dotati e quelli definiti multipotenziali. Per la Fisher, la multipotenzialità è “la condizione di chi ha molti talenti eccezionali, ognuno o la maggior parte dei quali possono costituire una buona carriera per quella persona”.

Cosa scegliere?” e soprattutto “come poter scegliere un percorso di studi e una carriera tra le tante possibili?”, sono quindi alcune domande cruciali per i ragazzi multipotenziali.
Entrambe sottolineano quali sono i rischi di non essere in grado di gestire e valorizzare la propria multipotenzialità a partire dalla prima adolescenza. Uno di questi è quello di perdersi tra le tante attività e diventare inconcludenti.

 

Coaching

La parola “multipotenzialità” è conosciuta in Italia soprattutto grazie allo speech di Emilie Wapnick  Perché alcuni di noi non hanno un’unica vera vocazione tenuto nel 2015 al Ted di Bend. Il suo discorso è stato decisamente stimolante e resta ancora oggi molto attuale e popolare.

La Wapnick valorizza la multipotenzialità a partire dalla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”. In questo modo scredita l’importanza dell’avere un’unica risposta e quindi un’unica carriera nella propria vita. Piuttosto sostiene il valore di una carriera molteplice.
Lei definisce i multipotenziali come persone che non hanno “un’unica vera vocazione” ma “molti interessi e occupazioni creative”.

Riprendendo alcuni degli studi svolti in ambito educativo che abbiamo visto nel paragrafo precedente, Emilie Wapnick intende aiutare le persone a scoprire la propria multipotenzialità, condividerla e imparare a gestirla. Questo a partire dall’organizzazione delle attività e del tempo. L’approccio che propone è quello del coaching con strategie del self help.

Il suo merito, oltre a quello divulgativo in quanto autrice del libro How to be everything (HarperCollins 2017, pubblicato in italiano nel 2018 da MGMT), è di aver dato vita a una importante community di multipotenziali con il blog Puttylike.

Emilie Wapnick non è l’unica ad aver sostenuto l’importanza di un percorso di studi e professionale in diversi campi. In precedenza, Barbara Sher (life coach e autrice di bestseller) aveva parlato di scanner – anche loro persone con molti interessi che non sanno scegliere una sola carriera – nel suo libro Refuse to choose (Rodale Press, 2006).

 

Umanistico

È l’approccio più complesso e per certi versi più ambizioso. Ne riconosco le difficoltà poiché è quello che propongo nel mio libro Multipotenziali. Chi sono e come cambieranno il mondo del lavoro (Ultra edizioni, 2018) e nel Blog multipotenziali.it.

L’intento è quello di comprendere meglio il valore della multipotenzialità allargando i confini dell’argomentazione e servendosi di altri strumenti. Per fare questo è necessario contestualizzarla.
Mi spiego meglio: mi è sembrato impossibile definire cosa sia la multipotenzialità e come possa essere vissuta e valorizzata senza metterla in relazione al contesto sociale, storico e culturale nel quale ogni multipotenziale agisce.

Per questo ho strutturato la mia analisi in base a tre sezioni fondamentali. Ognuna di esse ricalca tre momenti importanti della vita di un multipotenziale. Le sezioni sono: la scoperta, la costruzione e la realizzazione.

In questo percorso analitico, la multipotenzialità entra in relazione con altre parole e altri temi come il lavoro, la carriera e l’identità professionale. Allo stesso modo, un individuo multipotenziale deve fare i conti con il proprio presente, le relazioni sociali, il mercato del lavoro e il senso di coerenza verso se stesso.
Senza considerare questi aspetti, la multipotenzialità rischia di essere una possibilità teorica o qualcosa di difficilmente realizzabile.

Anche nell’approccio umanistico, così come nel coaching, non mancano stimoli ed esercizi utili ai multipotenziali per comprendere e valorizzare le proprie capacità.
Uno dei principali è rispondere alla domanda “che lavoro fai?”: apparentemente molto semplice, in realtà può lasciare senza parole un multipotenziale.

Ho definito questo approccio “umanistico” in primo luogo perché nel mio studio mi servo principalmente di strumenti propri delle scienze umanistiche; inoltre perché ritengo la multipotenzialità una condizione che riguarda l’essere umano nel suo complesso, artefice del proprio originale percorso formativo, professionale e di vita.

 

Per riassumere:

Psicologico:

Focus: educativo.
Fascia di età: preadolescenziale e adolescenziale.
Nomi: Barbara Kerr, Tamara Fisher.
Parole chiave: educazione, formazione, gifted children, pianificazione della carriera.
Domanda chiave: “Cosa scegliere?”.

 

Coaching:

Focus: motivazionale.
Fascia di età: tutte le fasce di età.
Nomi: Emilie Wapnick, Barbara Sher.
Parole chiave: consapevolezza, carriera molteplice, coaching, self help, realizzazione.
Domanda chiave: “Cosa vuoi fare da grande?”.

Umanistico:

Focus: contestualizzazione e valorizzazione.
Fascia di età: tutte le fasce di età.
Nomi: Fabio Mercanti.
Parole chiave: società, lavoro, identità professionale, consapevolezza, carriera molteplice, realizzazione.
Domanda chiave: “Che lavoro fai?”.

 

Articolo a cura di Fabio Mercanti – autore del libro Multipotenziali. Chi sono e come cambieranno il mondo del lavoro
Visita il blog multipotenziali.it
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