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Ma le disprassie cosa sono?

«Ma davvero non ci riesci?!». «Sei un pasticcione!». «Ma cosa hai combinato ancora?»

I bambini con disprassie hanno difficoltà nel compiere azioni che sono considerate semplici (allacciarsi le scarpe, fare le scale, allacciarsi i pantaloni, mangiare senza sporcarsi) e possono ricevere spesso commenti di questo tipo. Sono frasi che risultano totalmente fuori luogo, perché non tengono conto del fatto che a questi bambini non mancano né l’impegno né la voglia, bensì vi è la mancanza di alcune abilità indispensabili per portare a termine con successo delle azioni intenzionali.

I gesti e le azioni della vita quotidiana, anche i più semplici, sono infatti complessi perché richiedono molte competenze che spesso vengono date per scontate.

Qualche strategia per ridurre le fatiche dei bambini disprassici

Di seguito alcune delle strategie che attuate a casa o scuola possono ridurre le fatiche dei bambini disprassici:

  •  evitare chiusure con lacci, bottoni e cerniere e preferire il velcro, oltre a usare capi d’abbigliamento in cui è facile distinguere il davanti e il dietro (scollo a V, presenza di scritte…);
  • offrire strumenti (matite, posate, pennarelli e altro) con impugnatura grossa e facili da maneggiare;
  •  usare riferimenti colorati, frecce, cartelli e indicazioni per facilitare l’orientamento spaziale;
  • suddividere compiti complessi o articolati in piccole parti da portare a termine una per volta;
  • assicurarsi di avere l’attenzione del bambino prima di dargli istruzioni, accertarsi che abbia capito e, se necessario, essere disponibili a ripetere;
  •  lasciare al bambino il tempo sufficiente affinché porti a termine l’attività.

Un Webinar dedicato per approfondire il tema

Scopriamo insieme cos’è e come si manifesta la disprassia. Quali sono le problematiche che si associano a questo disturbo e cosa è possibile fare per aiutare i bambini che ne soffrono nel webinar organizzato da AFP Patronato San Vincenzo “Le disprassie” di Lunedi 7 novembre alle ore 20.30.

Per info e iscrizioni cliccare QUI

Articolo a cura di Rosita Baracchetti, psicomotricista