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La lezione frontale funziona ancora?

La lezione frontale funziona ancora?

La lezione frontale funziona ancora?

Il nuovo concetto di Scuola, visto il perdurante contesto pandemico, si sta dirigendo sempre di più verso una dimensione “digitale“.

Una “Scuola” dove i mezzi ed i tempi sono radicalmente diversi, anche le metodologie didattiche dovrebbero essere ripensate.

Sarebbe auspicabile innovare la didattica, mettendo al centro dell’azione educativa lo studente, i suoi bisogni e le sue potenzialità. Anche se nella Scuola, soprattutto secondaria, la metodologia più utilizzata (e più conosciuta) è ancora la lezione frontale, che è la meno innovativa.

La lezione frontale è incentrata  sul docente

Essa prevede tre fasi fondamentali:

  • la spiegazione
  • lo studio individuale
  • la ripetizione

Il suo obiettivo è trasferire una determinata quantità di informazioni in una logica unidirezionale. La strategia didattica è di natura analitica e muove dal semplice al complesso. E’ prevista una progettazione per organizzare i contenuti in modo organico e per scegliere le metodologie più adatte perché la lezione possa catturare l’attenzione e raggiungere un livello di apprendimento soddisfacente.
In questo particolare momento storico anche chi adotta la lezione frontale ha dovuto, però, fare i conti con la DAD. Misurandosi a volte con i limiti di quel tipo di lezione, ma ha anche scoperto nuovi strumenti messi a disposizione dal digitale.

Nel progettare una lezione frontale, sarà fondamentale tenere in considerazione aspetti salienti che possano rendere inclusiva questa modalità avvalendosi delle potenzialità del digitale

Consigli per una lezione frontale inclusiva

1. Sarebbe consigliato preferire la lezione sincrona, che la piattaforma, principale strumento della scuola a distanza, permette di svolgere attraverso i sistemi di videoconferenza. La lezione sincrona consente infatti di monitorare meglio i bisogni degli studenti, in riferimento sia ai tempi sia ai modi di fruizione, e offre un feedback immediato sui tempi di attenzione, sui livelli di comprensione dei contenuti. Inoltre rende possibile l’interazione con gli studenti nel corso della videoconferenza e il loro coinvolgimento attraverso domande dirette o semplici proposte strutturate di riepilogo o di approfondimento dei contenuti. Infine, garantisce il mantenimento di una relazione significativa con l’insegnante, che non è solo fornitore di contenuti ma punto di riferimento per la crescita culturale degli studenti.

2. È decisamente consigliata la condivisione dello schermo durante la spiegazione della lezione per mostrare, ad esempio, il libro di testo o qualsiasi altro supporto utilizzato.  Al fine di:

  • integrare stimoli visivi a stimoli verbali,
  • supportare gli studenti a orientarsi nello spazio-pagina evitando l’operazione di scanning visivo alla ricerca del punto del libro, che per molti può essere difficile,
  • aiutare a sostenere processi attentivi,
  • spingere gli studenti a conoscere meglio il libro di testo, i suoi contenuti, le didascalie, i glossari, le immagini,
  • agire sul file che stiamo condividendo durante la lezione, in modo da identificare, attraverso sottolineature ed evidenziazioni, le parole chiave, i collegamenti tra i concetti e creare già così una prima organizzazione dei contenuti che potrà poi essere sintetizzato compiutamente in una mappa.

La lezione frontale funziona ancora?

3. Vanno condivise immagini a supporto della lezione, quando queste possano essere utili a un approfondimento. Le immagini devono sempre essere accompagnate da una dettagliata descrizione, che permetta a chi non è in condizioni di vedere agevolmente, per problemi legati allo strumento (piccolo monitor o scarsa connettività) o a difficoltà nella visione (deficit visivi, difficoltà nell’elaborazione cognitiva di immagini complesse, ecc) di essere coinvolto.

4. Dovrebbero essere utilizzate presentazioni (PowerPoint, Keynote, ecc.) per illustrare gli argomenti dell’unità di apprendimento.

È importante favorire l’introduzione sistematica dei contenuti, fornendo agli studenti un’ossatura sintetica sugli argomenti che si affronteranno in classe che potrà fungere da guida per la riorganizzazione dei contenuti appresi.

La presentazione fornisce l’occasione per costruire unità di apprendimento multimediali, che possano integrare diversi linguaggi (audio, filmati, testi, immagini, grafici) e organizzarli in modo sistematico e significativo.

Nelle presentazioni andrebbero inserite sempre delle immagini connesse con il contenuto, evitando di usare immagini a puro scopo ornamentale e che non abbiano una stretta correlazione con l’argomento trattato. Queste infatti potrebbero essere motivo di distrazione, disorientamento o interferenza percettiva.

5. È fondamentale utilizzare gli strumenti di organizzazione dei materiali messi a disposizione nelle piattaforme in uso dalla scuola. I file condivisi durante la lezione e i materiali di supporto che vengono utilizzati (come immagini, schemi, mappe) devono restare a disposizione degli studenti negli ambienti di studio, nei contenitori digitali previsti dalla classe virtuale. Per permettere una facile fruizione dei materiali da parte degli studenti sarebbe inoltre opportuno che questi fossero organizzati in cartelle e chiaramente denominati, altrimenti gli studenti non saranno in grado di orientarsi qualora volessero prenderli e usarli per lo studio individuale. Nella condivisione dei materiali va posta attenzione ai formati, che dovranno essere modificabili nel font e nella struttura per permettere una personalizzazione da parte degli studenti.

6. È consigliabile usare anticipatori grafici (schemi, mappe concettuali, mappe mentali, ecc) per introdurre un nuovo argomento. L’anticipatore può essere messo a disposizione degli studenti direttamente prima di affrontare una nuova unità. Può essere fornito in formato digitale attraverso i canali di condivisione dei materiali scolastici, ad esempio Classroom.
Questo è utile per:

  • attivare le conoscenze pregresse riguardo l’argomento che si affronterà e favorire la loro integrazione con le nuove informazioni per costruire nuove competenze;
  • permettere di orientarsi nel percorso di spiegazione dell’argomento;
  • organizzare le informazioni nuove mentre la lezione si svolge.

7. Inoltre vanno fatte scelte consapevoli riguardo i materiali da utilizzare, rispetto alla lezione, ai bisogni degli studenti e ai tempi della fruizione. La multi-modalità e le opportunità offerte dal digitale mettono a disposizione una grande varietà di materiali, ma questo richiede di operare una selezione in base alle esigenze.

8. Bisogna evitare il sovraccarico cognitivo: quindi è necessario dare la massima evidenza alle conoscenze di maggiore rilievo. L’apprendimento è efficace se si elimina il carico cognitivo irrilevante e si aumenta quello rilevante.

9. Per garantire sempre la chiarezza di ciò che comunichiamo, è necessario presentare le informazioni in più codici comunicativi:

  • verbale: orale e scritto
  • visivo: foto, mappe, tabelle, video, ecc.

10. È molto utile adottare la registrazione video di parti essenziali della lezione, come ad esempio la spiegazione di una procedura risolutiva, di un procedimento costruttivo complesso, la lettura di un brano con relativa parafrasi, ecc . La registrazione va lasciata a disposizione degli studenti assenti o di coloro che possono avere bisogno, nello studio, di ripercorrere i singoli passaggi.

11. Si dovrebbe mettere sempre a disposizione un elenco dettagliato dei materiali utili per svolgere un determinato compito. Potremmo chiamarli anche “cassetta degli attrezzi”, un contenitore dove ogni studente potrà trovare strumenti diversi, anche compensativi, se ce ne fosse necessità.

12. Qualsiasi canale si utilizzi nella comunicazione, vanno predilette sempre scelte essenziali che riducano al minimo i distrattori.

  • Utilizzare immagini a supporto solo se pertinenti al contenuto.
  • Ridurre al minimo i distrattori sonori, come i rumori di fondo.
  • Utilizzare un linguaggio semplice e parlare lentamente.
  • Ricorrere ai sottotitoli se abbiamo un alunno che non può sentire.

13. Non vanno utilizzate foto di quaderni, non accessibili, ma sempre documenti di testo.

Conclusioni

Questa tipologia di lezione è stata la prima a cui un gran numero di insegnanti si è inizialmente rivolto, perché hanno cercato di riportare, seppur in un “luogo nuovo”, le vecchie “abitudini” didattiche. Però questa modalità, fortemente incentrata sull’insegnamento e sulle azioni del docente, che già anche prima aveva iniziato a lasciar posto a metodologie nuove, ha rivelato definitivamente tutte le sue debolezze nella realizzazione a distanza.

Ci si è resi conto che era necessario un cambiamento di prospettiva in grado di rivoluzionare drasticamente le dinamiche insegnante-studente. Per operare questo cambiamento bisognava affidarsi a metodologie didattiche che permettessero un coinvolgimento attivo degli studenti nella costruzione delle proprie conoscenze e competenze. Solo rendendo protagonisti i ragazzi si sarebbe riusciti a coinvolgerli.

La didattica centrata sullo studente, infatti, vede l’insegnante come facilitatore dell’apprendimento, come colui che ha il compito di progettare le condizioni per cui l’apprendimento possa essere raggiunto da ciascuno. Allora lo spazio virtuale della lezione, che è divenuto un non-spazio perché ha perso la sua tangibilità, può diventare uno spazio nuovo, dove, attraverso una molteplicità di mezzi, materiali e procedure, si progetta una didattica nuova e più inclusiva, che favorisce la capacità riflessiva, il problem solving, il pensiero critico, l’autovalutazione, la capacità comunicativa, suscitando l’interesse e la motivazione degli alunni, con la stimolazione di processi di apprendimento attivi e autonomi.