Il governo come utilizzerà i 25 miliardi di euro stanziati?
Il consiglio dei ministri si è riunito stamattina per approvare il nuovo DPCM “Cura Italia” che prevede una serie di azioni, soprattutto in maniera economico-fiscale, per gestire l’emergenza sanitaria da coronavirus nel nostro paese. Gli obiettivi del decreto sono sostanzialmente due: supportare il sistema sanitario nazionale, soprattutto nelle zone più colpite, e aiutare i lavoratori e le imprese dopo lo stop alle attività. L’approvazione definitiva è arrivata – in ritardo sui tempi originariamente previsti – nella tarda mattinata del 16 marzo e impiega l’intera somma di 25 miliardi di euro stanziata qualche giorno fa dal consiglio dei ministri per scongiurare una grave recessione.
I piani per la sanità
Il decreto destina 1,15 miliardi al sistema sanitario nazionale e altri 1,5 miliardi al Fondo per le emergenze nazionali istituito presso la Protezione civile. Della prima cifra, una parte sarà riservata al personale ospedaliero impiegato nel contrasto all’epidemia, che beneficerà di un surplus sul proprio stipendio per tutte le ore di straordinario accumulate; un’altra parte aiuterà le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ad aumentare almeno del 50% il numero di posti letto in terapia intensiva, e del 100% quelli nelle unità operative di pneumologia e malattie infettive.
Per fare questo, sarà possibile stipulare accordi con cliniche private accreditate e, se non sufficienti, anche con quelle non accreditate. Le cliniche, vista la situazione d’emergenza, non potranno rifiutarsi di collaborare e, se richiesto, quindi, dovranno “mettere a disposizione personale, immobili e macchinari”, ha spiegato il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Verrà assunto entro aprile, con un contratto di un anno, nuovo personale medico infermieristico proveniente dal servizio sanitario militare. A questi si potranno aggiungere anche colleghi provieniti dall’estero, così da permettere “alle regioni di di far fronte con celerità alle carenze di personale sanitario”.
La Protezione civile potrà requisire “presidi sanitari e medico-chirurgici, da soggetti pubblici e privati”. Lo stesso potrà fare il prefetto con gli alberi ritenuti idonei per le persone che necessitano di sorveglianza sanitaria o di isolamento. Saranno allestiti anche ospedali da campo ed erogati finanziamenti speciali alle aziende che forniscono e producono mascherine.
Le nuove misure per lavoratori e imprese
In questo ambito il campo è molto variegato, poiché il decreto cerca di salvaguardare imprese, lavoratori autonomi e non, e anche piccole botteghe e artigiani. La prima misura riguarda la cassa integrazione. Sarà estesa anche alle imprese con meno di 5 dipendenti, coprendo un periodo di 9 settimane. Congelati anche i licenziamenti dal 23 febbraio in poi. Un aiuto economico verrà dato anche ai lavoratori stagionali, agli operatori del turismo e dello spettacolo. I dipendenti con figli sotto i 12 anni potranno usufruire di voucher baby-sitter di 600 euro circa (per il personale sanitario, invece, è di 1000 euro) o di un congedo parentale di 15 giorni pari al 50% della retribuzione ordinaria. Buone notizie anche per chi è stato in quarantena. Il periodo viene considerato come una normale assenza per malattia.
Le partite Iva, invece, potranno invece beneficiare di un’indennità una tantum di 600 euro. La scadenza per il versamento dei contribuiti fiscali è fissata al 31 maggio. Ci saranno anche misure di sostegno al reddito per chi ha dovuto interrompere la propria attività lavorativa e un credito d’imposta al 60% del canone di affitto di marzo per gli esercenti di attività d’impresa di negozi e botteghe.
Per le imprese, sono stanziati dal governo quasi 3 miliardi per sostenere l’attività economica e garantire un rilancio dopo l’emergenza. Sono sospesi anche pagamenti di contributi, ritenute e iva per tutte le imprese sotto i 2 milioni di fatturato. Agevolate le imprese più in difficoltà in questo momento, quelle dei trasporti, turismo, ristorazione e cultura.
Le altre misure
Il decreto è un testo di lunghezza imponente composto da 120 articoli circa, molto più simile a una manovra economica che a un insieme di misure organizzative, come è successo nei casi precedenti. Oltre ai due macro argomenti – sanità e lavoro – ci sono anche altre misure come la sospensione parziale del canone e 40 milioni di euro di aiuto alla Rai per il calo degli introiti pubblicitari, lo stop ai processi prorogato fino al 15 aprile e la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa, senza necessità di presentare l’Isee.