Esperti ed osservatori stanno cercando di capire come cambierà il lavoro, quali nuove professionalità saranno necessarie e quali invece presto potrebbero scomparire. Dalla ricerca “The Future of the Jobs“, presentata al World Economic Forum 2016, è emerso che, nei prossimi anni, fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del mercato del lavoro.
Le professioni cambieranno, alcune si evolveranno altre scompariranno, le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione compensate dall’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria.
Le nuove tecnologie ed il loro sviluppo
Le nuove tecnologie digitali, si legge in un rapporto della multinazionale di consulenza McKinsey, avranno un impatto profondo nell’ambito di quattro direttrici di sviluppo.
La prima riguarda l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si declina in big data, opendata, Internet of Things, machine-to-machine, e-cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione.
La seconda è quella degli analytics: una volta raccolti i dati, bisogna ricavarne valore. Oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, che potrebbero invece ottenere vantaggi a partire dal “machine learning”, dalle macchine cioè che perfezionano la loro resa “imparando” dai dati via via raccolti e analizzati.
La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch”, sempre più diffuse e la realtà aumentata.
La quarta è rappresentata dal settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale” e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.
10 nuove work-skill
Il lavoro così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi sta andando incontro a processi di cambiamento rapidi e inarrestabili. L’Institute of the Future di Palo Alto (California, USA), Istituto di ricerca specializzato in ricerche quantitative sul futuro, prevede che in un mondo globalizzato e sempre più basato sull’informatica, fenomeni quali l’automazione, la crescita del lavoro online e la sharing economy stanno ridisegnando il lavoro.
In questo scenario diventa sempre più importante acquisire, sviluppare e aggiornare le competenze necessarie per potersi muovere in modo flessibile ed efficace attraverso contesti e condizioni di lavoro che cambiano continuamente.
La ricerca previsionale “Future Work Skills for 2020” evidenzia le dieci nuove work-skill che secondo le loro stime avranno sempre più peso nel futuro. Queste sono:
1 – Sense-making : capacità di determinare il significato più profondo di ciò che viene espresso.
Man mano che le “macchine intelligenti “assumeranno ruoli consolidati e routinari nei settori della produzione e dei servizi, aumenterà la richiesta di “macchine intelligenti “con abilità che non potranno essere codificate, come il “pensiero critico “che ci aiuta ad avere intuizioni uniche per il processo decisionale.
2 – Social intelligence-intelligenza sociale: capacità di connettersi agli altri in modo diretto e profondo, per percepire e stimolare reazioni.
I lavoratori socialmente intelligenti sono in grado di valutare rapidamente le emozioni di chi li circonda ed adattare il loro comportamento, la loro comunicazione alla situazione. Questa è sempre stata una competenza chiave per i lavoratori che hanno bisogno di collaborare e costruire relazioni di fiducia, ma oggi è ancora più importante in quanto siamo chiamati a collaborare con gruppi numerosi ed eterogenei.
3- Novel & adaptive thinking: capacità adattabilità situazionale” – la capacità di rispondere a circostanze impreviste.
4- Cross-cultural competency: capacità di operare in contesti culturali diversi.
La competenza interculturale diventerà una competenza importante per tutti i lavoratori, non solo per quelli che devono operare in diversi ambienti “geografici”. Le organizzazioni vedono sempre più la diversità come motore di innovazione. La ricerca ci dice che ciò che rende un gruppo veramente intelligente e innovativo è la combinazione di diverse età, abilità, discipline, stili di lavoro e di pensiero. “Il progresso dipende tanto dalle nostre differenze collettive quanto dai nostri punteggi di QI individuali, la diversità diventerà quindi una competenza fondamentale per le organizzazioni nel prossimo decennio.
5- Computational thinking: capacità di tradurre e ragionare su grandi quantità di dati.
La quantità di dati che abbiamo a nostra disposizione aumenta in modo esponenziale e sempre molti più ruoli richiedono abilità di pensiero computazionale per dare un senso alle informazioni. Ciò detto i lavoratori dovranno essere in grado di agire anche in assenza di dati e non rimanere paralizzati.
6- New-media literacy: capacità di valutare criticamente e sviluppare contenuti che utilizzano strumenti multimediali e di sfruttarli per una comunicazione persuasiva.
Dovranno essere capaci di creare e presentare le proprie informazioni visive, poiché la presentazione immersiva e visiva delle informazioni diventerà la norma.
7- Transdisciplinarity : capacità di comprendere concetti in più discipline.
Ciò richiede curiosità e la volontà di continuare a imparare ben oltre gli anni dell’istruzione formale; sarà particolarmente importante per i lavoratori sviluppare questa qualità definita a forma di “T” poiché la durata della vita media si è alzata e spesso non si passerà “a miglior vita” facendo lo stesso lavoro.
8- Design mindset – capacità di rappresentare e sviluppare compiti e processi lavorativi per i risultati desiderati. Saremo in grado di pianificare i nostri ambienti di lavoro in modo che siano favorevoli ai risultati a cui siamo più interessati. Le scoperte delle neuroscienze stanno evidenziando quanto profondamente i nostri ambienti fisici modellano la cognizione. Come sostiene Fred Gage, un neurobiologo che studia e progetta ambienti per la neurogenesi, “cambia l’ambiente, cambia il cervello, cambia il comportamento.”
9- Cognitive load management – capacità di filtrare le informazioni per importanza e di capire come massimizzare il funzionamento cognitivo utilizzando strumenti e tecniche. La prossima generazione di lavoratori dovrà sviluppare tecniche per affrontare il problema del sovraccarico cognitivo.
Un mondo ricco di flussi di informazioni da più dispositivi porta in primo piano il problema del sovraccarico cognitivo. Organizzazioni e lavoratori saranno in grado di trasformare l’enorme flusso di dati in un vantaggio solo se potranno imparare a filtrare in modo efficace e concentrarsi su ciò che è importante.
10 – Virtual collaboration – capacità di lavorare in modo produttivo come membro di un team virtuale.
L’ambiente di lavoro virtuale richiede anche una nuova serie di competenze. Lavorare con team virtuali significa possedere caratteristiche come partecipazione, motivazione e feedback immediato. I membri dei team virtuali devono anche diventare abili nel trovare ambienti che promuovono la produttività e il benessere. Una comunità che offre “socialità ambientale” può aiutare a superare l’isolamento che deriva dalla mancanza di accesso a un posto di lavoro sociale centrale.
I risultati della ricerca
I risultati di questa ricerca hanno riguardano gli individui, le istituzioni educative, imprese e governi. Per avere successo nel prossimo decennio, gli individui saranno sempre più chiamati a rivedere continuamente le competenze di cui hanno bisogno e a mettere rapidamente insieme le risorse giuste per svilupparle e aggiornarle.
I lavoratori in futuro dovranno essere discenti adattabili per tutta la vita.
Le istituzioni educative di ogni livello dovrebbero considerare come adattarsi rapidamente al cambiamento in atto ponendo considerando direttrici principali sui cui lavorare:
1. sviluppo di capacità di pensiero critico, intuizione e capacità di analisi;
2. Integrare l’alfabetizzazione dei nuovi media nei programmi educativi;
3. utilizzare l’apprendimento esperienziale che dà risalto alle soft skills, come la capacità di collaborare, lavorare in gruppo, leggere i segnali sociali e rispondere in modo adattivo;
4. apprendimento permanente e il costante rinnovamento delle competenze;
5. integrazione della formazione interdisciplinare che consente agli studenti di sviluppare competenze e conoscenze in una gamma di argomenti.
Le aziende devono anche essere attente all’ambiente in evoluzione. Adattare la pianificazione della forza lavoro e le strategie di sviluppo per garantire l’allineamento con i requisiti delle competenze future.
I professionisti strategici delle risorse umane potrebbero riconsiderare i tradizionali metodi per identificare le capacità critiche oltre a selezionare e sviluppare talenti.
I responsabili delle politiche governative dovranno rispondere al cambiamento del panorama assumendo un ruolo di leadership e facendo dell’istruzione una priorità nazionale; se l’istruzione non è prioritaria, rischiamo di compromettere la nostra capacità di preparare i giovani e non ad un futuro sano e sostenibile.
Impatto sul lavoro
Alex Goldman (3 New Invaluable Work Skills for 2018) mette in risalto tre fenomeni che potenzialmente avranno un impatto “dirompente” sul lavoro e sulla concezione che ne abbiamo:
– l’aumento della longevità, quindi l’incremento di età sia nella popolazione generale che nei lavoratori attivi;
– l’avvento di un mondo computazionale;
– I nuovi modi di produzione e di creazione di valore introdotti dalle tecnologie sociali (social technology);
e arricchisce l’elenco con 3 competenze aggiuntive descritte come di valore “inestimabile”:
– l’auto-motivazione;
– la capacità di gestione del proprio tempo in modo trasversale in più attività lavorative.
– la gestione da parte dei manager di lavoratori online (globalizzazione della forza lavoro).
Dunque è sempre più richiesto accostarsi al mondo del lavoro con una mentalità e un’attitudine di imprenditori di se stessi. Riuscire a farlo con efficacia richiede l’esercizio di competenze trasversali che aiutano a capire in modo rapido e accurato:
– come e dove è bene investire il proprio tempo;
– quali sono gli ambiti meno saturi, dove c’è più richiesta e opportunità di crescita;
– quando e come si possono combinare più lavori;
L’arte di gestire il proprio tempo, riconoscendolo come risorsa di valore (Spalletta, De Luca, 2013) contribuisce a raggiungere e mantenere una situazione lavorativa stabile (seppure con la sua molteplicità). Nello stesso tempo, aiuta a preservare del tempo per la propria vita privata e il necessario “rifornimento” sociale, emotivo e affettivo.
Fonti: iftf.org e aspiclavoro.it