Bergamo ha avuto la grande sfortuna di essere tra le prime città in Europa ad essere stata colpita dagli effetti del COVID 19. Quando in tutta Europa non si era ancora capito cosa stesse realmente accadendo e che fosse l’inizio di una grave pandemia.
Tuttavia, Bergamo ha dimostrato la sua capacità di reazione e di resilienza e l’estate scorsa quando è tornata a zero casi di contagio è stato possibile organizzare incontri di persona tra i partner e gli stakeholders.
In questa seconda ondata autunnale della pandemia, che sta nuovamente colpendo gravemente tutta l’Europa, la città di Bergamo ha numeri di contagio accettabili. Da qui si vede che è una città capace di imparare dall’esperienza e questa è una qualità fondamentale per essere una città resiliente e innovativa.
Un’esperienza alternativa di co-housing: bambini e migranti che collaborano per soluzioni innovative!
In questo articolo sul progetto CAPACITYES dobbiamo ricordare che Bergamo è stata una delle città europee più colpite dagli effetti della pandemia causata dal virus della SARS COV 2. Nonostante questo grave problema, la città non ha mai fermato il progetto CAPACITYES che vede l’AFP Patronato San Vincenzo tra i player principali.
Bergamo è un importante centro logistico e ha nel suo territorio un aeroporto internazionale che si colloca tra i primi cinque in Italia e in Europa per traffico merci e passeggeri, e anche per questo motivo che la pandemia ha colpito qui e con maggiore impatto.
Essere una città resiliente e impegnata
Bergamo ha avuto la grande sfortuna di essere tra le prime città in Europa ad essere stata colpita dagli effetti del COVID 19. Quando in tutta Europa non si era ancora capito cosa stesse realmente accadendo e che fosse l’inizio di una grave pandemia.
Tuttavia, Bergamo ha dimostrato una grande capacità di reazione e di resilienza e la scorsa estate quando è tornata a zero casi è stato possibile organizzare incontri di persona tra i partner e gli stakeholder.
Nella seconda ondata autunnale della pandemia, che ha di nuovo colpito gravemente tutta l’Europa, la città di Bergamo ha avuto numeri accettabili di contagio. Ciò a dimostrazione che è una città capace di imparare dall’esperienza. Una qualità fondamentale per essere una città resiliente e innovativa.
Il progetto CAPACITYES sta progredendo e sta tenendo il passo con gli obiettivi previsti nel suo piano di lavoro, soprattutto in tutte quelle attività più blande, cercando di creare e strutturare un coinvolgimento della comunità locale rispetto a questo approccio e a questa idea innovativa.
Un primo punto da sottolineare è l’impegno del Sindaco per questo programma e il sostegno che ha chiaramente espresso al gruppo di lavoro che ha presentato la proposta progettuale e che ora lo sta realizzando.
Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, presenta il Progetto CAPACITYES
La povertà urbana non può essere associata solo alla mancanza di condizioni di vita minime: alloggio, salario minimo, accesso ai servizi sanitari e all’istruzione di base. Anche se queste devono costituire una base stabile da cui non si può prescindere. Ma la povertà è legata anche ad altre carenze, come la povertà culturale, relazionale e ambientale. Queste limitazioni possono diventare ancora più rilevanti in un contesto urbano. Il quale, per sua natura, è molto più competitivo, come ad esempio la provincia di Bergamo, una delle aree più concorrenziali a livello europeo.
Vivere in condizioni di povertà in un ambiente estremamente competitivo mette a dura prova la sopravvivenza delle famiglie più povere e provoca gravi ripercussioni sui più deboli, come i bambini.
Le azioni del progetto
I bambini, insieme alle loro famiglie, sono i protagonisti di questo progetto, non solo quelli appartenenti a famiglie bisognose che sono anche i destinatari delle azioni di co- housing previste.
I bambini delle scuole della città sono l’obiettivo allargato del progetto.
Il collegamento, interculturale e inter-sociale, tra i ragazzi delle scuole bergamasche è una risorsa importante per il progetto. È favorita dai numerosi eventi socioculturali previsti. Ma anche dalla creazione di un vero e proprio Centro a loro dedicato, dove possano esprimere, insieme, al di là delle diverse situazioni economiche familiari, la loro creatività e socialità.
In questo momento, il luogo dove sorgerà il Centro è un casale abbandonato, ma con grandi potenzialità una volta rinnovato. Infine, questo Centro verrà inserito all’interno del tessuto urbano del quartiere così che sia facilmente accessibile e in sicurezza alle famiglie e ai bambini.
Qui i bambini avranno la possibilità di imparare, sperimentare, sviluppare e far emergere competenze, talenti e aspirazioni.
I bambini come destinatari e produttori di conoscenza
Il progetto CAPACITYES affronta temi urbani rilevanti, che vengono presi poco in considerazione dalle politiche locali e dagli strumenti concepiti e utilizzati convenzionalmente per la gestione della città.
Cerca di integrare elementi che spesso rimangono una questione di approcci settoriali, vale a dire 1) l’edilizia abitativa, 2) l’istruzione e 3) la povertà infantile. In questo senso, promuove un approccio territoriale integrato che mira a coordinare le azioni che normalmente si riferiscono a politiche settoriali e a contrastare l’atteggiamento di pensiero a scompartimenti (silos).
Il progetto CAPACITYES sta riuscendo ad affrontare in modo integrato queste tre tematiche urbane attraverso il coinvolgimento di una rete specializzata nei vari temi scelti da affrontare e in grado di definire percorsi di collaborazione (co-design) che portino ad un unico progetto risultato di processi partecipativi che portino a decisioni collettive e coese.
Questo processo partecipativo si basa su valori condivisi e definisce percorsi decisionali che si traducono in una somma di contributi individuali:
CAPACITYES sta mobilitando a Bergamo un dialogo operativo che porta gli attori coinvolti verso una cooperazione che accresce le potenzialità dei valori singoli e delle conoscenze messe in gioco;
Il progetto CAPACITYES affronta il problema della povertà urbana concentrandosi principalmente sulla povertà educativa dei bambini;
I bambini sono guidati attraverso pratiche basate sui valori dello sport, della cultura, dello stare insieme attraverso l’attività fondamentale e primaria che caratterizza l’infanzia, ovvero il gioco.
Le attività ludiche assumono diverse dimensioni e aprono diverse possibilità di sviluppo per i bambini come:
- attività sportiva
- una narrazione che prelude all’espressione artistica (il viaggio di Ulisse)
- metafora di un percorso educativo, ma anche come preparazione alla complessità del vivere
- scintilla per la creazione di installazioni artistiche da collocare nell’abitazione
- competizione mediata attraverso il gioco partecipativo sviluppato e progettato per incoraggiare i bambini delle scuole elementari a immaginare e progettare la città dove avverrà il loro futuro. La città che vivranno e gestiranno nel prossimo venturo.
Prendersi cura di coloro che sono rimasti: l’alloggio come rifugio temporaneo
Infine, l’attenzione è rivolta alle famiglie vulnerabili che sono un altro obiettivo chiave di questo progetto. Che sono importanti per la sperimentazione innovativa avviata dallo stesso. Si tratta di una fase molto delicata dell’azione innovativa urbana. La quale richiede un sostegno alle famiglie selezionate tra le liste di coloro che sono in attesa di una sistemazione abitativa.
Un sostegno che si delinea sotto vari aspetti: psicologico, superamento e conciliazione delle diversità socio-culturali, integrazione di valori che spesso partono da posizioni lontane. E andrà necessariamente a creare nuove “comunità urbane ibride” basate sul dialogo con i residenti, con la popolazione locale insediata da anni in città, soprattutto nei quartieri dove si realizzeranno le iniziative CAPACITYES.
Queste nuove comunità, che si formeranno a seguito degli interventi previsti dal progetto, influenzeranno anche la domanda di servizi, strutture e standard urbani nelle aree coinvolte.
I luoghi di co-housing partecipato
In questo senso, sono particolarmente importanti quei processi di accompagnamento e sostegno alle famiglie. Le quali si svilupperanno attraverso la ricerca di persone che lavorino a mantenere vivi gli spazi comuni di questi luoghi di co-housing. Facilitando le relazioni di vicinato.
In occasione della prima visita sul posto da parte di esperti, buona parte della giornata è stata dedicata all’incontro con le famiglie selezionate. L’incontro è stato utile per affinare la progettazione degli spazi di co-housing. Gestire le diversità legate alle diverse radici culturali. Proporre soluzioni flessibili che garantiscano una convivenza serena e collaborativa negli spazi che si stanno riqualificando a fini abitativi.
Questi spazi, una volta pronti, ospiteranno famiglie bisognose che potranno rimanerci per tre anni prima di essere collocate in una situazione abitativa convenzionale. In questo senso, il progetto genera spazi di co-housing che potranno ospitare e aiutare continuamente le famiglie che si trovano o si troveranno in condizioni di lavoro e di emergenza abitativa.
Il Progetto sta quindi completando le fasi preparatorie prima di attuare le trasformazioni urbane previste e le sfide attualmente aperte sono:
- mantenere alto il livello di partecipazione in questo momento in cui è difficile incontrare i residenti e le parti interessate
- preparare il cambiamento del tessuto socio-culturale delle comunità locali, sulla scala dei quartieri in cui si svolgeranno questi esperimenti di co-housing
- trasformare e adeguare gli standard, le funzioni e i servizi urbani in prossimità degli interventi previsti dal progetto CAPACITYES
Fonte: UIA – Urban Innovative Actions https://www.uia-initiative.eu/en/news/alternative-experience-cohousing-children-and-migrants-cooperating-innovative-solutions