Tra fine marzo e gli inizi di aprile arriveranno i primi fondi europei per aiutare gli Stati membri a far fronte all’emergenza Covid-19. Sia chiaro, non sono nuove risorse. L’iter per accedervi diventa più semplice e flessibile. I finanziamenti potranno essere utilizzati anche per attivare il cash flow delle PMI e favorirne la ripresa.
Europa più vicina grazie ai fondi strutturali
Dai fondi strutturali europei (FSE e FESR) l’Italia avrà 1,75 miliardi di euro. Da spendere per attrezzature mediche, campagne di sensibilizzazione, capitale circolante per le imprese e misure di welfare. La presidente Ursula von der Leyen, in una recente intervista ha detto che l’Italia «avrebbe dovuto restituire alla Ue 11 miliardi di fondi strutturali: abbiamo deciso invece di lasciarveli, per spenderli dove saranno più utili». In questo momento il lavoro che si sta facendo tra Roma e Bruxelles è quello di individuare, programma per programma, i fondi europei non ancora giuridicamente vincolati e quindi dirottabili sull’emergenza.
La cifra di 11 miliardi, secondo le banche dati ufficiali, è più o meno quello che l’Italia deve ancora spendere entro il 2023 e comprende anche il cofinanziamento nazionale. Tornando invece agli anticipi, le novità sono illustrati in una lettera inviata ieri dalla commissaria alla Coesione, Elisa Ferreira, e dal suo collega responsabile del Lavoro e diritti sociali, Nicolas Schmit. Destinatari i ministri degli Stati membri, per l’Italia Provenzano, Gualtieri, Catalfo e Bonetti. In pratica, si rende molto più flessibile la spesa di 37 miliardi della Coesione per gli investimenti necessari nella Ue. Bruxelles rinuncia ai rimborsi dei prefinanziamenti non utilizzati nel 2019. Per l’Italia 800 milioni di euro, come anticipato, che potranno essere spesi per l’emergenza.
Ecco l’anticipo dei prefinanziamenti 2020
A questo si aggiunge l’anticipo dei prefinanziamenti del 2020 per ulteriori 952 milioni, in due rate tra la fine di questo mese e l’inizio di aprile. I fondi potranno coprire le spese sostenute dal primo febbraio. Ogni Paese avrà un filo diretto con Bruxelles e sarà seguito da un country team. Quello italiano sarà guidato da Nicola De Michelis della Dg Regio e da Adelina Dos Reis della Dg Occupazione. I commissari sollecitano un’accelerazione del lavoro sulla programmazione 2021-2027, per poter avviare i programmi prima possibile e dare un ulteriore contributo alla ripresa una volta che l’emergenza sanitaria sarà superata.
Cosa si farà con il Fondo Sociale Europeo
Grazie all’utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) si potranno acquistare materiali sanitari e dispositivi di protezione individuale per medici e infermieri, così come potranno essere coperte le spese per l’assistenza alle persone più vulnerabili. Si potrà assumere nuovo personale far fronte alle maggiori esigenze dei servizi sanitari. Potranno continuare ad essere supportati i servizi sociali per gli anziani e per persone malate. Guardando al dopo, il Fondo sociale potrà essere utilizzato per il reinserimento nel mercato del lavoro di lavoratori dipendenti che perderanno il posto, e autonomi, anche in modo diretto.
E con le risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale?
Le risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) saranno indirizzate ad assicurare liquidità e continutà operativa alle Pmi per sostenerne la ripresa. Consulenza , internazionalizzazione, sviluppo di nuovi modelli di business per diversificare la catena dei fornitori. Il FESR servirà anche per finanziare il capitale circolante delle PMI, con l’obiettivo di mantenere le capacità e i livelli produttivi. Sul fronte sanitario, il FESR può finanziare anche la prevenzione, le campagne di sensibilizzazione, servizi di telemedicina e tecnologie.