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Quanto vale un formatore? Riflessioni sul valore di un formatore. Ci siamo mai chiesti quale valore dare ad un formatore?

Quanto vale un formatore?

Ci siamo mai chiesti quanto vale un formatore?

In ogni ambito il valore di un professionista, e quindi anche di un formatore, dipende da diversi aspetti, quali ad esempio: la competenza, la motivazione, l’empatia, la capacità di ascolto, il mettersi in gioco, la curiosità…

Dare a tuo figlio una competenza è meglio che dargli mille monete d’oro (Proverbio cinese)

La competenza prevede la padronanza delle conoscenze e delle abilità che si vogliono trasmettere, oltre ad una buona dose di capacità comunicative che contribuiscono alla creazione di un ambiente formativo ricco e stimolante.

Sporcarsi le mani

Il formatore deve essere abituato a “sporcarsi le mani” nell’ambito del suo insegnamento, vivere in prima persona quanto vuole trasmettere così da poter comprendere ed analizzare anche eventuali approfondimenti o contestazioni.

Se il formatore non conosce l’argomento come potrà presentarlo ed affrontarlo da diverse sfaccettature mentre si relaziona con i discenti?

Agisci come se le tue azioni potessero fare la differenza. La fanno (William James)

Quanto vale un formatore? Riflessioni sul valore di un formatore. Ci siamo mai chiesti quale valore dare ad un formatore?

O capitano! Mio capitano!

Essere un buon formatore significa amare il proprio lavoro e voler condividere con gli altri il proprio bagaglio di studi ed esperienze. Quando un formatore è motivato, la sua energia può contagiare i suoi interlocutori creando, nelle migliori condizioni, un circolo virtuoso che stimola la curiosità e l’interesse reciproco.

La motivazione è il motore che spinge il formatore ad andare oltre i propri limiti, ad alzare l’asticella dei propri obiettivi e di quelli vuole far raggiungere ai propri studenti/ utenti.

Chi di noi non ricorda il prof. Keating del film “L’attimo fuggente” e l’interesse capace di ispirare nei suoi studenti nello studio della letteratura inglese a differenza del preside che lo sostituisce nella scena che culmina con tutti gli studenti sui tavoli che pronunciano la frase “O capitano! Mio capitano!”.

L’empatia è vedere con gli occhi degli altri, sentire con le orecchie degli altri e comprendere con la mente degli altri.  (Alfred Adler)

Empatia, inclusione e relazione umana

L’empatia è la capacità di comprendere e rispondere alle esigenze degli utenti, per creare un ambiente di apprendimento più inclusivo. Un formatore empatico trasmette nozioni, adattandosi all’ambiente in cui si trova ed ai diversi stili di apprendimento, motivando e ispirando i partecipanti a raggiungere i propri obiettivi professionali.

Un formatore con queste qualità sa che mettersi in discussione, arricchisce con la relazione umana gli elementi teorici e tecnici che trasmette.

L’elemento umano è quello che si fissa con maggiore facilità nella nostra memoria. Se ripensiamo alla nostra esperienza formativa probabilmente ci ricorderemo prima dell’atteggiamento dei docenti che abbiamo incontrato e poi, con un maggiore sforzo di concentrazione, di ciò che quel docente ci ha trasmesso.

Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza (Dante Alighieri)

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Curiosità e sperimentazione

La curiosità è un tratto distintivo del buon formatore. L’apertura mentale, la voglia di apprendere continuamente e l’entusiasmo nel rimanere al passo con le ultime novità nel proprio settore sono qualità che ispirano gli utenti ad essere altrettanto curiosi e motivati nel loro percorso formativo. Per formare gli altri bisogna essere disposti ad una continua formazione, essere i primi interessati ad un percorso di continua crescita.

Essere curiosi richiede che il formatore sia anche capace di sperimentare diverse metodologie formative, l’abbiamo vissuto nel passaggio dalle lezioni in presenza alle lezioni da remoto che non possono essere una mera riproposizione delle lezioni frontali, ma si devono trovare nuovi approcci per mantenere attivo il livello di coinvolgimento degli utenti.

Ognuno di noi è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido  (Albert Einstein)

Ma allora, come valutare il valore di un formatore?

Questa è una sfida complessa che va oltre le percentuali di assenza, i tassi di completamento, il livello di gradimento e i punteggi degli esami, perché significa valutare gli effetti della formazione. In questo caso significa, quindi, valutare quali sono state le premesse e quali i risultati ottenuti.

Per quale motivo è stato scelto quel formatore? Quali elementi sono stati condivisi tra committente e formatore durante l’analisi dei bisogni formativi e la definizione del percorso formativo? Sono state analizzate le esigenze degli utenti?

Queste informazioni iniziali sono fondamentali nella costruzione del patto d’aula e del successivo percorso formativo. Può sembrare un paragone azzardato, ma non avere queste informazioni mette il formatore nella condizione di un chirurgo che interviene su un paziente senza conoscerne il quadro clinico. Il chirurgo può portare a termine in modo adeguato l’operazione, oppure può trovarsi nella condizione di dover modificare il proprio piano operatorio o, ancora, affrontare un paziente insoddisfatto perché la cicatrice è troppo vistosa.

Quanto vale un formatore? Riflessioni sul valore di un formatore. Ci siamo mai chiesti quale valore dare ad un formatore?

Il valore di un formatore

La valutazione del valore di un formatore chiede, quindi, di analizzare elementi precedenti all’intervento formativo ed al tempo stesso gli effetti nel tempo sulle competenze, sulla motivazione e sulla crescita personale raggiunta dagli utenti.

In questo processo di valutazione, è richiesta anche l’onestà intellettuale di analizzare quanto il contesto di vita e di lavoro dell’utente incide sugli effetti della formazione: le competenze fornite durante il percorso formativo trovano un terreno fertile dove crescere o sono ostacolate dal classico “abbiamo sempre fatto così, perché dovremmo cambiare”?

Il valore di un formatore non è quindi stabilito una volta per sempre, ma è soggetto a rivalutazione al termine di ogni percorso formativo e di come quel percorso è stato immaginato, realizzato e vissuto nello spazio e nel empo.

Chiudiamo con una provocazione legata all’aspetto economico, sinora ignorato

La provocazione la raccontiamo attraverso la storia  di un’azienda dove è presente un macchinario molto complesso e molto importante che improvvisamente si ferma. Il proprietario contatta diversi tecnici ma nessuno riesce a farlo ripartire. Il proprietario decide così di rivolgersi al miglior tecnico in circolazione. Il tecnico arriva, si fa spiegare quale fosse il problema, estrae la valigetta degli attrezzi, sceglie con cura un cacciavite e gira pochissimo una vite facendo ripartire la macchina.

Il proprietario è soddisfatto del lavoro, ma resta stupito della richiesta economica: 1000 euro… ma come per così poco lavoro? Come può essere giustificato un importo del genere.

Il tecnico, mantenendo la calma, prepara la fattura con la seguente dicitura

  • Girare la vite di 1/4 di giro – 1 secondo di tempo 0,01 €
  • Sapere quale vite girare, e in che direzione 999,99 €

Non sempre un formatore costoso è sinonimo di qualità nel servizio, ma può essere interessante capire anche perché un formatore “svende” le proprie competenze.