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Smartworking e cervello

Smartworking e cervello: gestire la nuova normalità

“Non lasciare la tua casa. Stai al sicuro a casa”

Le nuove regole sono chiare. La pandemia non è ancora debellata. Federica, una millenial, vive sola e ora è costretta a lavorare da casa. Non può più dipendere dai suoi rituali quotidiani in ufficio, molti dei quali comportavano brevi ma importanti interazioni con gli altri colleghi. Questa routine inconsciamente dettava i compiti della sua giornata e la mantenevano produttiva e impegnata.
Il suo responsabile aziendale, Antonio è anch’esso in quarantena. Antonio è padre di tre figli, e si è improvvisamente ritrovato in mezzo al caos di figli adolescenti “confinati” ed una partner ugualmente stressata. Deve anche tenere d’occhio la salute dei suoi genitori anziani. Tutto questo genera ovviamente perdita di concentrazione e produttività. Per il prossimo futuro, Federica e Antonio potrebbero avere difficoltà a creare e funzionare in una rinnovata “normalità” lavorativa.

Il cervello in nostro aiuto

Ma ecco la buona notizia: siamo tutti in grado di sviluppare nuove abitudini, un nuovo percorso “neurale”. La saggezza convenzionale imponeva che costruire nuove abitudini significa spezzare – o fermare – quelle vecchie. La scienza ci ha insegnato diversamente. Il cervello è progettato per rimodellare se stesso in funzione del suo utilizzo questa è la “plasticità” del cervello” che ci aiuterà a superare questa fase.

Creiamo nuove abitudini

Costruire una nuova abitudine richiede tre cose: attenzione, concentrazione e ripetizione. Presta attenzione a ciò che vuoi fare diversamente, dagli un po’ di condivisione mentale (focus) e poi ripeti. Le ricerche effettuate hanno scoperto che ripetere una “intenzione di attuazione” (ossia un obiettivo desiderato), da due a tre volte nella stessa settimana, avvierà un nuovo percorso. Siamo tutti in grado di sviluppare nuove abitudini, attivando graduali percorsi neurali. Proviamoci!

Essere sociali mentre si lavora in remoto

Poiché non esistono due cervelli uguali, ognuno di noi troverà nuovi modi per affrontare il lavoro da remoto e la quarantena. Creeremo nuove abitudini (alias percorsi neurali) che aiuteranno il nostro cervello ad imparare e prosperare durante la quarantena. E la quarantena non deve significare isolamento. Gli esseri umani sono prima di tutto “animali sociali”. Gli esseri umani hanno un cervello sviluppato ed adatto alla socializzazione. Anche mentre lavoriamo e apprendiamo da casa, troveremo il modo di connetterci, lavorare e sopravvivere. Noi abbiamo già gli strumenti per essere sociali. Basta saperli sfruttare.

Nuove abitudini per Federica

Alcune delle nostre nuove abitudini saranno profondamente personali. Altre deriveranno da meccanismi di lavoro rivisti e adattati che sostituiranno i rituali pre-pandemia. Per Federica, potrebbe significare un rapido check-in mattutino con un amico o colleghi tramite una piattaforma di riunione virtuale; fare il check-in con sua madre al telefono (per assicurarsi che rispetti le regole di quarantena); o addirittura guardare fuori dalla finestra, sognare ad occhi aperti sulla vita dopo la quarantena. Dopotutto, perché ci piace pensare al futuro, lo facciamo tre volte di più rispetto ad altri tipi di pensiero! Guardiamo fuori dalla finestra!

E Antonio?

Antonio, d’altra parte, potrebbe creare nuovi comportamenti attorno a un programma familiare condiviso per il lavoro e il tempo libero. Per i team di lavoro che gestisce, Antonio potrebbe creare nuove abitudini condivise programmando brevi riunioni virtuali giornaliere con i team e frequenti check individuali. Dovrebbe comunicare presto e spesso, verificando lo stato dell’arte e chiarendo le attività al suo team. Si dovrebbe assicurare che Federica, e gli altri membri del suo team, abbiano la libertà di prendere decisioni in merito all’orario di lavoro e persino raccomandare pause dal lavoro o attività fisiche online di gruppo per alleviare il senso di controllo ed autonomia, attualmente perduto. L’autonomia è uno dei cinque principali riduttori di stress (insieme a status, certezza, imparzialità ed equità). Finché le persone sentono di poter prendere le proprie decisioni senza troppa supervisione, lo stress rimane controllabile.

Riorganizziamoci

Federica e Antonio possono anche programmare serate di gioco virtuali e cene con gli amici. Come loro, creeremo tutti nuove abitudini che, con ripetizione, diventeranno la nuova normalità per i nostri cervelli. Se, e quando, ci concentreremo o torneremo alla vecchia normalità, quei percorsi si risveglieranno. Proprio come Ramazzotti si sta riorganizzando per creare disinfettanti per le mani e un’azienda di ricambi per auto sta ora creando mascherine, tutti dobbiamo ruotare, regolare e sviluppare nuovi modi di procedere nella nostra vita professionale e personale. Combattere questo virus ci fornisce una opportunità e uno scopo per appiattire la curva dello stress e prevalere sulla minaccia. Potremmo non essere le “bestie più forti del regno”, ma ora siamo in questa situazione, in tutto il mondo. E siamo indomabili.