/La comunicazione efficace: 8 diritti assertivi nelle relazioni
La comunicazione efficace: 8 diritti assertivi nelle relazioni

La comunicazione efficace: 8 diritti assertivi nelle relazioni

Gli stili comunicativi

Ognuno di noi possiede una propria modalità di comunicare. Non unicamente con il linguaggio verbale ma anche con l’atteggiamento, la tonalità di voce, la postura, la gestualità. Gli stili comunicativi mutano da persona a persona. Essenzialmente  si possono raggruppare in 3 categorie: assertivo, aggressivo e passivo. La scelta dello stile comunicativo che scegliamo non è cosciente. Si struttura nel corso degli anni mediante i rapporti della persona con il mondo esterno.  Una volta individuato lo stile comunicativo, si potrebbe provare a mutuarlo verso uno più assertivo. Ciò consentirà di gestire le nostre relazioni lavorative e sociali, in maniera  più produttiva. Se le emozioni più intime restano coinvolte, come accade all’interno di un rapporto di natura affettiva, non si riesce quasi mai ad essere distaccati. Tali rapporti vanno quindi a toccare la parte più privata ed indifesa.

Le dinamiche delle relazioni

Gran parte delle relazioni si gioca su di un piano che possiamo definire “neutrale”. E’ quindi possibile osservarle da una giusta “distanza”, magari domandandoci: in che modo mi relaziono con questa persona? Posso mutare qualche cosa per migliorare il rapporto? Ponendoci questi quesiti potremo mirare ad uno stile comunicativo più assertivo al lavoro e nei rapporti sociali in genere. Lo sforzo fatto vale la pena. Tali aree di azione investono gran parte della nostra giornata e del nostro spazio vitale. Capire pienamente tali dinamiche ci permetterà di inquadrare quale stile comunicativo ci rappresenta maggiormente. In questa maniera potremo scegliere il miglior “percorso” per correggere l’atteggiamento innato. Avvicinarci ad uno stile più assertivo implementando al tempo stesso la nostra qualità di vita e le nostre relazioni.

Lo stile comunicativo assertivo

Una persona “assertiva” ha un modo di comunicare che la rende espansiva, affidabile e disponibile all’ascolto. L’assertività è un atteggiamento mentale dove l’ingrediente principale è il rispetto per i diritti delle persone che hai intorno. Per “vivere” in modo assertivo è fondamentale essere onesti con se stessi circa le proprie necessità, i propri desideri, i propri punti di vista. Tutto questo a volte costa fatica, fa male e richiede di rivedere anche in modo radicale relazioni importanti. Essere chiari con i propri interlocutori tanto quanto lo si è con se stessi, costerà fatica ma è necessario. Risulta fondamentale avere fiducia nella propria capacità di dare un contributo alla relazione. Allo stesso tempo è necessario dare fiducia agli altri e alla loro capacità di avere un ruolo positivo e costruttivo. Nelle relazioni sarà basico riconoscere agli altri il diritto di essere individui unici. Essere quindi disposti a gestire in modo costruttivo le eventuali divergenze di visione.

Comportarsi assertivamente

Comportarsi assertivamente stimola l’apertura, il rispetto, la fiducia, la conoscenza reciproca. Promuove un atteggiamento di collaborazione e condivisione di obiettivi comuni. Aver dato voce al proprio punto di vista dà soddisfazione, potenzia l’autostima ed incrementa il senso delle proprie capacità. Si è quindi consapevoli di poter controllare gli eventi, assumendosi la responsabilità del proprio comportamento e delle proprie scelte. Abbiamo detto che “assertività” è uno stile relazionale; non è, quindi, solo un comportamento o una modalità di espressione, ma anche e soprattutto un modo di pensare e pensarsi. Se una persona pensa di valere di meno (o più) degli altri, di dover soddisfare sempre (o mai) i diritti degli altri e di doversi sforzare di assecondare tutti i desideri altrui (o nessuno), sarà per lei molto difficile essere assertiva. Uno stile di pensiero che supporta l’assertività è un modo di guardare alla realtà in maniera produttiva e utile all’individuo.

Stile comunicativo aggressivo

Una personalità aggressiva tendenzialmente riesce a realizzare i suoi desideri. Visto che mantenere un atteggiamento improntato sulla “forza” rassicura e dà un’illusione di invincibilità, superiorità e potenza. Questo atteggiamento però lo si fa a scapito degli interlocutori, deteriorando inevitabilmente i rapporti. Chi utilizza questa strategia relazionale è erroneamente convinto che questa serva per ottenere risultati o per ridurre l’ansia. In realtà nasconde la paura di non riuscire ad ottenere ciò che si vuole. Le conseguenze di un atteggiamento aggressivo sono: sfiducia e scarsa stima nei confronti degli altri ed un senso di grande stanchezza e logoramento psico-fisico.

Essere aggressivi fa male!

Aggredire, sostenendo posizioni anche difficili da portare avanti e cercando di prevedere con largo anticipo le contromosse dell’interlocutore costa davvero tanta fatica.  un lento ma progressivo isolamento sociale; stress costante legato alla sensazione di essere in pericolo o di non essere accettato; probabilità elevata d’insorgenza di patologie fisiche e/o psicosomatiche (emicranie, ulcere, gastriti, insonnia, abuso di sostanze tranquillanti, ecc.). Come passare da un atteggiamento aggressivo ad uno assertivo? Anzitutto è necessario compiere un atto di fede e cominciare a pensare che il mondo non ha interesse a fregarci!

Stile comunicativo passivo

La persona passiva ha difficoltà ad esprimere il proprio pensiero, le proprie emozioni e tende a nasconderli per l’imbarazzo. La tensione, l’ansia e il senso di colpa sono legati al giudizio altrui e per paura di contraddire il prossimo. Il passivo tende a dare precedenza ai diritti altrui, sentendosi spesso intimorito ed oppresso; ha una scarsa stima di sé e si percepisce come impotente. Ciò che mantiene un comportamento passivo sono alcune importanti conseguenze positive a breve termine. Un senso di benessere e sollievo dall’ansia, l’eliminazione del senso di colpa, il consenso e l’approvazione da parte degli altri.

Una durata breve

Tale effetto positivo è, tuttavia, destinato ad avere vita breve; viene, infatti, prontamente sostituito dalle numerose conseguenze negative che agiscono nel medio/lungo termine quando non si vedono realizzati i propri desideri e considerati i propri punti di vista, non sentendosi, di conseguenza, il protagonista della propria vita. Sopraggiungono, quindi, la squalifica come persona, il senso di impotenza e inettitudine, la rabbia, la frustrazione, il rischio di esplosioni improvvise di aggressività, una probabilità elevata di insorgenza di patologie fisiche e/o di origine psicosomatica. Come passare da un atteggiamento passivo ad uno assertivo? Anzitutto compiere un atto di fede e cominciare a pensare che il mondo non ha interesse a giudicarci e condannarci!

8 diritti assertivi

Qui di seguito sono elencati alcuni diritti assertivi che non devono essere presi alla lettera o considerati esaustivi. In ogni situazione, infatti, le persone coinvolte hanno diritti particolari e correlati al contesto e alla cultura di appartenenza. Esistono però dei diritti qualificabili come diritti inviolabili della persona che proprio in quanto tali, sono comuni a tutte le situazioni di relazione e non possono essere dimenticati:

1) Il diritto di non essere perfetti

Inviolabile, insindacabile e banalissimamente vero per tutti! Non essere in pace con questa semplice verità è la matrice di un sacco di guai.

2) Il diritto di cambiare idea

L’esperienza insegna tante cose su noi, sugli altri e sul mondo. È la vita stessa a metterci di fronte alla necessità di cambiare opinione, presentandoci situazioni e stimoli sempre diversi.

3) Il diritto di dire “Non lo so” e “Non capisco”

Spesso le persone si intimidiscono a chiedere spiegazioni. Nessuno può pretendere da sé o da altri di sapere tutto e di non avere mai delle piccole o grandi difficoltà di comprensione.

4) Il diritto di sentirsi liberi dall’approvazione degli altri prima di entrare in relazione con loro

5) Il diritto di decidere e di valutare autonomamente il proprio comportamento, i propri pensieri, le proprie emozioni e di assumersene la responsabilità

Anche riuscire a chiedere il rispetto per le proprie idee (senza necessariamente condividerle) aiuta a vivere la vita pienamente.

6) Il diritto di fare delle scelte senza doversi giustificare

Naturalmente gli altri hanno il diritto di formulare un loro giudizio sulle nostre decisioni o sul nostro operato.

7) Il diritto di valutare e decidere se si vuole o si può trovare una soluzione ai problemi degli altri

Non abbiamo l’obbligo di sostenere le colonne d’Ercole del mondo, ma non è nemmeno possibile sottrarsi sempre alle relazioni di scambio.

8) Il diritto di commettere errori e di esserne responsabile

Sbagliando si impara, ma chi rompe paga! Ad una prima lettura questi diritti possono anche risultare banali, ma facendo attenzione e riflettendo sul fatto che valgono per entrambe le parti, allora rappresentano un’ottima guida per districarsi nelle relazioni di tutti i giorni. Proviamo a pensare ad una relazione nella quale ci sentiamo in difficoltà e a come cambierebbero le cose se riuscissimo ad applicare uno stile di comunicazione più assertivo…

Conclusioni

L’assertività è un equilibrio sottile e dinamico tra il rispetto di noi stessi e quello per gli altri, tra la soddisfazione dei nostri bisogni e quella dei bisogni altrui. È impossibile che questo equilibrio risulti sempre perfettamente centrato; alcune volte lo sarà, altre sarà più a favore nostro e altre ancora del nostro interlocutore. L’importante è che questo moto perpetuo continui e non si cristallizzi su di una posizione.